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      .. deh! tu ci addita il sentiero che noi dobbiamo tenere per imitarti.
      Beatrice si sollevò alcun poco, e, raccogliendo quanto potè di spiriti vitali, con voce forte favellò:
      - Sappiate morire!
      - E noi morremo - gridò don Giacomo levandosi in piedi, e scuotendo su la faccia ai giudici le catene ond'era avvinto - noi siamo innocenti; noi nè uccidemmo, nè facemmo uccidere il padre nostro: noi confessammo per forza di tormenti, ed in virtù delle insidie tese alla nostra inesperienza.
      E Giacomo Cènci poteva anch'egli chiamarsi immune della strage paterna, imperciocchè il padre non fosse rimasto ucciso nel ratto di Tagliacozzo: però la sua coscienza non era pura davanti agli uomini, molto meno davanti a Dio. Ed invero se il disegno, o, come dicono i curiali, il conato più o meno prossimo alla esecuzione meritamente presso i primi si distingue dal delitto consumato, appo Dio il pensiero criminoso scoccato appena torna indietro di ripicchio a uccidere l'anima, che non lo seppe trattenere.
      Beatrice, quasi trasmutata in faccia per la interna compiacenza, con suono di voce dolce quanto la benedizione di una madre concluse:
      - Il martirio sopra la terra si chiama gloria nei cieli: perseverate, e morite come i fedeli di Cristo morivano.
      Il Luciani aveva agevolmente cacciato da se lo insolito solletico di umanità come una tentazione del demonio: anzi vedendo che nel nuovo esperimento, invece di aver fatto profitto, com'egli divisava, era venuto a scapitare non poco, riarse nella sua bile, che proruppe come acqua bollente fuori del vaso, fragorosa e spumante.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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