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      .. e presentatele questo anello, che vi acquisterà credito presso di lei. Fra noi sta il sangue di suo padre...va bene...ma io l'ho sparlo per lei...ed io l'amo...ed ella non potrà cessare di amarmi: - uno sempre legato all'altro, e non pertanto perpetuamente divisi; - il nostro affetto è fiore che coglierà la morte. - Qui sfibbiò la cintura che portava attorno la vita, e gliela porse: l'avvocato fece atto di ricusare, e le sue guance si accesero; ma il Guerra insisteva dicendo:
      - Già non si crede con questa o con altra moneta ricompensare degnamente l'opera vostra; io mi vi professo grato per la vita, e ricusando voi mi affliggereste: ora io di affanni ho anco troppo, e voi, signor Prospero, lo sapete.
      E il signor Prospero riteneva a tutta possa il proponimento di recusare la moneta; ma sentiva, come neve al sole, liquefarselo davanti al pensiero, che nel giorno seguente gli scadevano le usure da pagarsi a Sansone giudeo; quel Sansone a cui il Farinaccio aveva applicato quel verso di Marziale "Nec tecum possum vivere nec sine te", ch'egli avea volgarizzato per suo uso così:
     
      Nè teco posso vivere, Giudeo, nè senza te.
     
      Il Farinaccio rimasto solo si trattenne alquanto a meditare intorno alla singolarità de! caso, e lo infortunio che gravitava sopra la sventurata famiglia dei Cènci: poi subito volse la mente a completare il concetto della difesa, che prontissimo pensò aver trovato; incerto, è vero, e pericoloso, ma che a lui parve unico da abbracciarsi. Peccato grave del Farinaccio fu ancora questo, che tra per possedere percezione delle cose quanto altro mai veloce, e per la sopravvenienza delle faccende le quali non gli concedevano tempo di approfondire i giudizii accoglieva le prime idee che gli si presentavano alla mente, ed in quelle ostinavasi.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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