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      Valgami lo esempio di Oreste: vedete; comecchè la offesa ch'ei vendicava troppo differisse dalla vostra, nè le circostanze fossero uguali, uccidendo egli la madre dopo molti anni che la strage di Agamennone era avvenuta, non già per salvarsi da imminente, e in altra guisa non riparabile danno, tuttavolta la sapienza antica immaginò che la stessa Minerva scendesse dal cielo, ed invisibile gittasse nell'urna il voto, il quale, troncando le dubbiose ambagi dei giudici, lo proclamò innocente.
      - Dite, signore, e voi, dopo il giudizio di Minerva, avreste data la vostra figliuola in isposa ad Oreste? - Parlatemi in coscienza... talenterebbero a voi le nozze di un vostro figlio con nuora parricida?
      - La mia risposta non può satisfare questa domanda, avvegnadio io sappia il vostro caso diverso; e, come a me, confido in breve sarà chiarito anche altrui. La giustizia non è frutto di tutti i tempi; dovrebbe essere, ma non è; e la verità nemmeno; entrambi hanno bisogno di fiorire, e maturare; e chi le coglie acerbe nuoce a loro ed a se. In tempo opportuno le genti maravigliate sapranno come una donzella sedicenne, dopo avere sofferto tormenti a cui pazienza nè forza umana avevano potuto durare fin lì, per amore della propria famiglia non rifuggisse di porre in compromesso e la vita e la fama. Io per me, quantunque volte me faccio a ripensarci sopra, non trovo persona che abbia fatto di se così solenne sagrifizio, e che ne abbia ricavato, non dirò lode, bensì venerazione affettuosa, se togli questa una; ma egli era Dio, non uomo.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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