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      .. ( - ed apertosi il giustacuore gli fece vedere un sacchetto sospeso al collo, contenente gli esorcismi contro le stregonerie - ).
      Il Farinaccio raffreddandosi pensò, che gittare le perle davanti a costui egli era proprio un far contro alla legge dello Evangelo; onde, per riparare al tempo perduto, si restrinse a raccomandargli presto presto di ricevere la confessione della fanciulla tale e quale gli sarebbe stata dettata da lei, e si allontanò.
      Il Luciani, poichè ebbe tentato invano di far comparire Beatrice davanti al suo tribunale, si recò in compagnia dei colleghi e notari al carcere della desolata, e ne raccolse lo esame; col quale, scolpando in tutto e per tutto la matrigna ed i fratelli, ella attirava sopra di se il misfatto, dichiarando come nulla avesse in se di premeditato, sibbene avvenisse per moto improvviso dell'animo, commosso dalla immanità dello attentato paterno: e, sostituendo se a Guido Guerra, narrò le particolarità del fatto presso a poco nel modo col quale era accaduto.
      Alla domanda del Luciani sul come si fosse provvista del pugnale, esitò alquanto imbarazzata; poi rispose costumare da gran tempo portarlo addosso, nella intenzione di uccidersi prima di patire violenza; ma insistendo il Luciani si contradisse, ed è verosimile; che se costui si fosse industriato a trovare la verità che aborriva, come rimase pago del falso che gli piaceva, la Beatrice non avrebbe potuto sostenere la favola suggerita. Tale non essendo lo scopo del Luciani, ei bevve grosso, e reputò inutile investigare più oltre, dacchè il raccolto a parere suo era più che sufficiente per mandare a morte tutta la famiglia Cènci, giusta l'obbligo assunto.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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