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      Nonostante la confessione della strage dello scellerato, che la natura stessa si vergogna a chiamar padre, io confido che nessun giudice cristiano vorrà condannare la figlia che salva valorosamente la sua onestà. Dove io non ottenga questo, io... io stesso le ho posto la testa sul ceppo; - su le mie vesti, signor Cardinale, su le mie mani, se io non riesco, si scorgerà indelebile il sangue innocente; quindi per me non più quiete, nè pace; nè potrò piangere tanto che basti, per mondarmi da! rimorso... ed io vi giuro su questo santo messale, che in espiazione del mio non volontario delitto io vestirò il saio del pellegrino, e dalla Estremadura fino in Palestina, da Gerusalemme al Loreto non lascerò dietro a me città, villa, o casale, dove io non abbia predicato la innocenza della famiglia Cènci, e il deplorabile errore di cui ella cadde vittima.
      - Calmatevi, signor Prospero. Voi mettete troppo calore in questo negozio; concedete ch'io ve lo dica. Voi non potete ignorare quale alto concetto si abbia in corte di voi, e quanto ci torni grato compiacervi, potendo. Questo in segretezza vi confido, che Sua Santità non ha trasmesso ancora verun comandamento al Governatore di Roma per la esecuzione della sentenza. Procurerò frattanto di favellargli, e la supplicherò umilmente a concedere che la difesa abbia luogo, facendole conoscere essere in ciò impegnata la mia parola. Andate, e state sicuro di questo, che non sarà mossa foglia senza previo vostro avviso. - Ora, come amorevole vostro, mi sia permesso avvertirvi, che essendo da molto tempo fermo in corte di promuovere la persona vostra a carica cospicua, e giovarci dei preclari vostri talenti in benefizio dello stato, voi non veniate a rompere il disegno con le vostre mani, - troncandovi la via per salire; e nel tempo stesso con modi e parole imprudenti non facciate ricordare certe faccende poste a mezzo in oblìo, e così fabbricarvi con le vostre mani il precipizio in cui potreste rovinare.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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