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      La legge prima, al paragrafo finale del Digesto de sicariis, ammonisce espressamente andare immune dal rigore della legge chiunque uccida per causa di stupro violento, a se od ai suoi arrecato; e contemplando caso meno duro, la legge Isti quidem, quod metus causa ci fa scorti che dal timore dello stupro, come quello che percuote più veemente assai del timor della morte, possiamo a diritto liberarci trafiggendo colui che lo incute, quando non ci sovvenga altro partito migliore. A me, la Dio grazia, non manca copia di esempii i quali chiariscono scusabili coloro che ammazzano il violento commettitore dello stupro. Leggesi in Valerio Massimo come Caio Mario sentenziasse equamente ucciso Caio Lucio nepote da Caio Plozio Mancipulano per liberarsi dallo stupro; e Virginio era dichiarato incolpevole della strage della figlia, però che in questo modo operando egli la sottraesse alla libidine di Appio. Quindi a maggior ragione deve reputarsi scusabile Beatrice Cènci condotta a più estrema necessità. Insania, per non dir peggio, parmi ed è la pretensione del fisco, che vuole Beatrice non dovesse spengere, bensì accusare il padre suo. Io già vi esposi com'ella, mediante epistole, a personaggi di molto credito si raccomandasse, onde dagl'imminenti acerbissimi casi procurassero preservarla. Nel giorno del convito, di cui vi tenni parola, con accese supplicazioni n'esortò i convitati atterriti dalla ferocia del Cènci; alfine indiresse memoriali al soglio pontificio. Se più alto, misera!, ella non potè levare la voce, la vorrete voi incolpare perchè la chiudevano troppo spesse le mura, i sotterranei profondi, resistenti le porte, la custodia rigidamente sospettosa?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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