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      I giudici si ritirarono per sentenziare.
      Dopo lungo aspettare corse voce, non si sa donde mossa, il decreto non sarebbe stato profferito che a notte inoltrata. Allora gli astanti si ritirarono, alcuni sperando, altri temendo, a seconda della varietà degl'ingegni e degli affetti; tutti però supplicando la Madonna del Buonconsiglio, che ispirasse diritta la mente dei giudici.
      Il Farinaccio, inebbriato dal rumore della propria facondia non meno che dagli elogi che da ogni lato gli piovevano addosso, e confidando, se ragione valeva, nello esito della causa, si dette buon tempo, secondo il suo costume, fino a notte avanzata fra i consueti compagnacci, e femmine di partito, non rifinendo di levare a cielo la castità, la fortezza e la leggiadria della vergine latina; e (quello che a prima giunta sembrerebbe strano, e poi ripensandovi sopra riesce consentaneo alla natura dell'uomo) cotesti scapestrati e coteste male donne celebravano, e si onoravano della virtù di Beatrice come se la avessero costituita depositaria della fama, che ognuno di loro avrebbe dovuto presso sè gelosamente custodire. Tornato Prospero tardissimo a casa, un famiglio gli consegnò un piego con le armi papali, che disse essere stato portato da uno staffiere di palazzo verso la mezzanotte. Appunto a quella ora il destino della famiglia Cènci era stato deciso: egli lo aperse palpitando, nella fiducia di trovarvi l'assoluzione dei prevenuti; ma s'ingannò. Era un breve del Papa, che lo creava consultore della sacra Ruota Romana, con le prerogative, onorificenze e stipendii annessi a cotesta carica.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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