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      Mirate i labbri; essi bevvero molte, ahi! troppe, delle sue lacrime, e non pertanto mezzo schiusi sorridono un mesto, eppure dolcissimo sorriso: - una volta questo sorriso apparve raggio di stella traverso la rugiada di una rosa; adesso potrebbe rassomigliarsi alla luce sinistra, che il sole all'occaso manda alla nuvola pregna della procella. Pił tardi verrą la procella; pił tardi scoppierą l'affannosa passione; adesso il raggio par tutto porpora ed oro; adesso quel sorriso sembra posato sopra cotesti labbri dall'angiolo custode di Beatrice.
      Guardate... no, non le guardiamo gli occhi: un dģ, quando ella girava gli occhi dintorno, l'aere si faceva pił chiaro, il raggio del sole raddoppiava di splendore, vinceva le fiammelle del giocondo festino; adesso il pianto gli ha oscurati; per essi solo si comprende quanta mole di miseria siasi aggravata sopra di lei. Deh! non l'abbandoni il sonno; - potesse essere eterno! Invero, e qual sarebbe pietą desiderarle di riaprire le pupille alla luce? Luce, e dolore non sono la stessa cosa per lei? Se si svegliasse nello amplesso di Dio, pei campi eterni, lontano lontano dalle angosce di questa terra maledetta... quanta sarebbe misericordia per lei! Signore, non farla ridestare mai pił; ritira a te il tuo fiato, col quale animasti un giorno questa cara fanciulla; mesci nella tua grande anima la scintilla spirituale, che in lei sente e ragiona: la farfalletta leggiadra e passeggera ebbe le ale infrante; - non imporle nuovo volo, o chiamala piuttosto al volo immortale.


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Beatrice Cčnci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Beatrice Dio