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      Il padre era già in piedi, ed occupato, in fede di Dio, in piacevole studio: egli attendeva a dare il filo alla mannaia. Quando i fratelli della Misericordia entrarono egli stava giù curvo, e lo guardava tentando con l'ugna se fosse riuscito a dovere.
      - Mastro Alessandro, gli dissero gl'incappucciati, mirate qua; è venuto male alla vostra figliuola: mettetela a letto, e procurate di farla rinvenire.
      E pronunziate appena queste parole se ne andarono via; imperciocchè chi di loro avrebbe voluto prodigare le sue cure al sangue del carnefice? La gente di giustizia pagasi, ed odiasi, sia alta o bassa: le gittiamo l'osso, e le diamo una pedata; e quei medesimi che hanno per istituto esercitare atti di carità credono avertene praticata abbastanza quando la raccattano caduta. - Alessandro tolse di peso la sua figliuola, la scinse; e persuaso che fosse una mancanza, appoggiata in un canto la mannaia, si dette a cercare penne di gallina per abbrustolirgliele sotto il naso: riuscito questo esperimento invano, prese aceto e glielo spruzzò sopra la fronte. La fanciulla non rinveniva; il padre incominciò a spaventarsi: la guardò meglio in faccia... quelle bolle vermiglie, quella bava sanguigna che il boia aveva osservato sopra la bocca di Marzio morto nei tormenti, adesso il padre osserva sopra la faccia della sua figliuola. Si diè di un pugno nel capo, e corse all'uscio mugolando: aiuto! aiuto!
      Appena egli ebbe messo il piede nel pianerottolo, una voce da basso sinistramente roca lo chiamò:
      - Oe! mastro Alessandro.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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