Pagina (694/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E si fece più oltre per sospingere gl'importuni, e passare.
      Il Farinaccio allora, prontissimo imitando lo esempio del coppiero, in danno di questo gli tolse il bacile di mano, aperse la porta, e penetrò audace nella camera del pontefice. Il coppiere stette lì per gridare: al ladro! Ma subito dopo, non gli parendo verosimile che un ladro di tanto fosse ardito di penetrare là dentro, e molto meno poi da rifugiarsi nelle medesime stanze del pontefice, rimase lì sbigottito; tanto più che il Papa stesso gli accennò con la mano si allontanasse.
      Prospero, deposti sopra la tavola guantiera e tazza, si prostrava ai piedi di Papa Clemente dicendo:
      - Non mi sia ascritto a colpa, Beatissimo Padre, io ve ne supplico in ginocchioni, di assumere le parti per me onoratissime del più umile fra i vostri servitori.
      - Alzatevi...
      - Deh no! Santità, lasciatemi così col capo nella polvere, tale dovendo essere lo atteggiamento di cui supplica sconsolato; e me adesso opprime inestimabile amarezza...
      Ed aspettava che il Papa lo interrogasse intorno alla causa della sua venula, intendendo spiare dal suono della voce di lui che cosa fosse da sperarsi, e che da temersi; ma il sacerdote stava lì chiuso, e impenetrabile come sfinge di granito; per lo che Prospero ebbe a continuare con la più pietosa voce, che mai fosse udita nel mondo:
      - Un grido, e in fede di cristiano vel giuro, un grido sinistro mi ha desto a l'orza gridando: Sciagurato! tu dormi, mentre tutta la famiglia dei Cènci sta per essere tratta al patibolo?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Farinaccio Papa Papa Clemente Beatissimo Padre Papa Prospero Sciagurato Cènci