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      - Io poi non saprei dirvi, Beatissimo Padre, se questa voce muovesse dal paradiso, o piuttosto dallo spirito delle tenebre.
      - Perchè temete che uscisse dal maligno? Nella bocca del diavolo non riposa la verità.
      - Ah! dunque la voce fu vera? E allora, Santità, grazia, grazia per tanto sangue innocente, che va a spargersi. Roma non avrebbe mai veduto, dacchè fu fondata, così spaventevole tragedia.
      - Come innocenti? E non confessarono tutti il commesso misfatto?
      - Mea culpa, prosegue il Farinaccio forte percuotendosi del pugno chiuso il petto; mea culpa, mea maxima culpa. Dio ha voluto umiliarmi. Dio ha voluto mandarmi causa di piangere, finchè, come a San Pietro, le lacrime non mi abbiano fatto il solco per le guance. Il senno dell'uomo presuntuoso della sua scienza, a paragone dello intelletto di amore della vergine è stato rinvenuto insania, e laccio di morte, Io fui quegli, Santità, che persuasi la gentil donzella Beatrice Cènci a confessarsi, comecchè innocentissima, colpevole del parricidio: ella era prossima, e disposta a morire fra i tormenti per testimonio del vero; fui io che la ritrassi dal suo proponimento; io che le promisi come, se incolpando ed escusando gli altri, avrebbe di leggieri procurato salvezza a se ed a loro: a quelli, come inconsapevoli del parricidio; a se, come da suprema necessità costretta a difendersi dalla incestuosa violenza. Ella contrastava; ella sosteneva la difesa migliore per la innocenza consistere nel dire la verità, e niente altro che la verità! O parole santissime, inspiratele da Dio!


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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