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      Chè ho detto tutto, e a dire più di così io ve lo do per bazza; voi ci volete assassinare i nostri modelli. E tolti essi di mezzo, cui ci rimarrà a studiare per farci onore? Forse voi altri? Oh! non capita tutti i giorni dipingere su le mura di qualche camposanto l'Arca di Noè.
      - Ah! se la Beatrice fosse nata nei tuoi panni, buon per lei! che adesso non si troverebbe al duro passo a cui l'hanno condotta.
      - E questo come ci entra?
      - Ci entra benissimo, perchè e' dicono che l'ammazzano per carpirle i suoi scudi. Ora a te possono bene strappare i denti; ma in quanto scudi, gli è tempo perso.
      - Silenzio voi altri! La bellezza, che noi vagheggiamo, ricordate che non è di cortigiana, bensì bellezza purissima, celeste; però ond'ella discenda sopra i nostri cuori, come lo Spiritossanto nel giorno della Pentecoste, ed infonda in loro virtù di operare magnanimamente, importa mantenerli disposti con gravi, e religiose meditazioni.
      Questo discorso, favellato dal giovane Ubaldini salito su di un trespolo, troncò in un attimo le arguzie intempestive; e tutti cotesti strepitosi, e svagati artisti diventarono serii quanto i Padri del Concilio di Trento.
      Il primo raggio di sole che spuntò dai colli di Roma rischiarava nella prigione di Torre di Nona un molto lacrimevole spettacolo. Giacomo e Bernardino incontratisi, corsero ad abbracciarsi; onde poter confondere insieme lacrime e baci, si erano provati a entrare l'uno fra le catene dell'altro; ed essendovi riusciti, si vedevano ricingersi scambievolmente con bracci, e catene.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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