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      I confortatori allora trassero a don Bernardino le tavolette, chiamate ancora pietà; ed il carnefice riscontrato il placet del Papa, lo liberò dalle manette: e non sapendo con che vestirlo, per torgli l'apparenza di condannato, prese il mantello rosso del Conte Cènci, ed in quello lo avviluppò. Così il destino ordinava, che gli ultimi figli di cotesto scellerato uomo si accostassero al patibolo uno vestito della cappa nera con la quale costui tradì Iddio, e l'altro del tabarro rosso col quale aveva tentato tradire Marzio. Fino le sue spoglie riuscivano funeste alla propria famiglia: come Nesso, tramandava ai suoi impregnata di odio anche la camicia.
      Bernardino riveduto il sole aperto, e sentendosi salvo, battè palma a palma, saltò, gridò per allegrezza, chè lo istinto di vita prevalse in quel punto potentissimo sopra ogni altra passione; ma subito dopo si accorse quanta gli rimanesse causa di pianto, e come fosse turpe cosa mostrarsi esultante: rannicchiavasi pertanto ai piedi di Giacomo, e supplice gli chiedeva perdono.
      In Giacomo al lampo di vita era subentrata l'ombra della morte; aveva già l'occhio vitreo, e smarrito; tuttavolta dalla gola estenuata profferì a stento queste parole:
      - Giubbila, fratel mio; se tu potessi vedermi il cuore, conosceresti come io n'esulti più di te. Il Signore incomincia a placarsi meco, poichè si degna mandare un altro padre ai miei figliuoli. Prendili dunque in custodia, giacchè tu li puoi ricevere: io raccomando a te il sangue mio col medesimo affetto col quale raccomando al Creatore l'anima mia.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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