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      O cielo, patria veramente pia di tutti quelli che soffrono!
      - Figlia, se ti senti così gagliarda, il Signore già viene... è venuto a pigliarti. Andiamo.
      E levatosi in piè sommette la sua mano venosa alla mano candidissima di Beatrice, la quale, anch'essa di subito alzatasi, esclamò:
      - Quaggiù il soffrire è martirio; in paradiso è gloria... Andiamo... andiamo.
      Qui, o curiosità o pietà che si fosse, in maggior copia si radunava la gente; la quale stipata per la via, appena dava adito per muoversi al sinistro corteo. Uomini e fanciulli vedeansi appollaiati, a mo' di uccelli, su per le cornici e i remenati delle finestre, o rannicchiati in forma di grottesche cariatidi per le bozze dei muri, pei soprapporti, e perfino ai bracci di ferro da sostenere i lampioni. Cotesta era plebe o lacrimosa senza pietà, o stupida senza ferocia, tutta lamentante un fato, che nessuno fra lei avrebbe steso un braccio per mutare: all'opposto lo avrebbe trattenuto; imperciocchè quelle sieno feste per la plebe tanto più accette quanto più acri di commozioni, ed apprestate a lei senza spesa.
      Comparve prima donna Lucrezia col velo nero avviluppato intorno al capo, e poi cascantele fino alla cintura: con la cappa nera di tela di cotone di maniche ampissime, ed aperte: con la camicia di tela eletta piegata in righe minutissime, e chiusa ai polsi, siccome allora ne correva l'andazzo. Intorno alla vita non portava la fascia bianca che a quei tempi costumavano le vedove in Roma, bensì una corda, entro la quale le stavano costrette le braccia; non tanto però, che con la destra non potesse recarsi davanti agli occhi un Crocifisso, e con la manca asciugare il sudore che le grondava dalla fronte: calzava pianelle basse di velluto nero, con fiocconi di seta dello stesso colore.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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