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      Guido vide lei, e, malgrado lo spazio, si baciarono col guardo.
      Si baciarono! A piè del patibolo, o dopo la estrema unzione, anche una santa può soffrire essere baciata dall'uomo che di lei s'innamorò. Non si registra fra le colpe in cielo il penultimo bacio di amore, purchè l'ultimo sia quello della morte. Anche Michelangiolo baciò Vittoria Colonna mentr'ella spirava. Questi affetti non possono comprendersi dai vulgari, bensì da menti use a disvelarsi nel raggio della divinità; da anime, che nascendo abbiano sortito intelletto di amore. E Beatrice, come se fosse presente, come se gli tenesse le dita fra i ricci delle chiome bionde, in armonia di musica favella al suo amatore queste parole:
      - Ah! Guido, amor mio, sta lieto; Dio non vorrà tenerti a tribolare quaggiù. Guido, piangi... pentiti; ogni lacrima ti darà una penna per salire al sommo Bene: non si vola al cielo che con ale di dolore.
      Il Padre Angelico stava atterrito; e maledicendo allo spirito maligno che suscitava in lei cotesti pensieri terrestri, la chiamava fortemente a nome, e la scongiurava di tenere lo intelletto intero appuntato in Dio.
      - Beatrice sgombra dall'anima ogni ardore, che non sia celeste. Non ti voltare addietro sopra la soglia della Eternità a contemplare la vita.
      E Beatrice, sorridendo:
      - Padre, gli rispondeva, io sono una povera femmina peccatrice, e voi santo maestro di divinità; e tuttavolta io vi assicuro, che non commetto peccato pensando al mio amore. Io aspiro a nozze spirituali; il mio desiderio si volge al connubio delle anime.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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