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      - Beatrice t'impone vivere. Il suo ultimo, ah! il suo ultimo pensiero non fu di Dio... e' fu di te! Ella moriva lieta nella speranza di rivederti in paradiso, e tanto m'impose dirti: e più mi ordinava rammentarti te aver commesso peccati gravi, che la giustizia divina, senza lungo pentimento, non ti può rimettere. Vorrai tu tradire la speranza della vergine innamorata? Vuoi tu chiuderti, sciagurato!, per sempre la via di riunirti a lei nello amplesso del Signore? - Da' qua quel ferro, ch'io lo deponga dentro al suo sepolcro, e tu vivi. Invece prendi questi... sono i suoi capelli, che la infelice ti manda perchè tu li porti sul cuore; e questa immagine della Madonna davanti alla quale ella pregò le preghiere estreme, onde tu pure davanti ad essa preghi, e sua mercede ottenga il perdono, che la tua sposa... Beatrice, a questa ora t'impetra al trono di Dio. Adesso va, figliuolo, ritirati: - non turbare la pace dei morti. Beatrice non è qui... alza gli occhi al cielo, e là la rivedrai.
      La destra di Guido si aperse, e lasciò cadere il pugnale. Prese i capelli, e se li ripose in seno: prese anche la Immagine, e declinato il capo sul petto si disciolse in pianto.
      Il frate allora, sempre e più sempre sospingendo il desolato amante per una spalla, lo tolse a quel feretro per sempre.
      Guido mutava i passi tardi, e spensieratamente allontanandosi dalla bara si accostava alla porta della chiesa. Il frate la schiuse, e uscito all'aria aperta con Guido prese a raumiliarlo con blandi sermoni; ma quegli infuriando allo improvviso lo respinse, e muto si cacciò per la campagna là dove il raggio obliquo della luna declinante faceva più spaventevoli le ombre.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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