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      Allora si volse a guardare la vita passata, e considerò come tutti i suoi passi lo avessero sempre più allontanato dal sentiero, che pria di morire le raccomandava la donna dell'anima sua. Nè poco valse a mutargli l'animo anche una lettera, che gli scrisse l'antica madre chiamata a miglior vita dalla Provvidenza, la quale, in mercede dell'amarezza di cui aveva contristato il suo cuore materno, lo scongiurava di rendersi a Dio, ed ottenere il perdono dei suoi peccati. Accogliendo coteste voci della coscienza, a lui parve bene non ridursi a poltrire in qualche chiostro annegando il pensiero nella pinguedine e nell'ozio; e pur volendo gratificarsi la Misericordia divina, si recò sull'alpe di San Bernardo, dove per la cura indefessa, e stupendo coraggio mostrati a porsi ad ogni più fiero cimento per la salute dei miseri sepolti dalle lavine, venne in fama di pio come d'imperterrito; e giova sperare che la giutizia placata gli abbia consentito di rivedere, colei, che tanto amava, nella dimora dei giusti.
      Dove riposa adesso il corpo di Beatrice? Dalla chiesa di San Pietro in Montorio è scomparsa la Trasfigurazione di Raffaello e con essa la lapide della Vergine tradita. Però il quadro della Trasfigurazione, collocato in sede più degna, riceve tuttavia gli omaggi della posterità; mentre il pellegrino devoto ricerca invano la sepoltura della Beatrice. I frati, come il buon figlio di Noè, affannosi a velare le vergogne della Corte dei Papi, hanno voltato sotto sopra la pietra, e la iscrizione è scomparsa Poveri frati!


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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