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      Egli dunque, i sediziosi tutti danna alla morte; i giovani, fatta una scelta fra i più grandi e avvenenti, li destina al trionfo; della moltitudine, i di là dai 18 anni inviolli per lavoranti in Egitto; ma li più furono da Tito stesso distribuiti per le provincie ad esservi nei teatri disfatti dalle bestie o dal ferro. Quelli che non varcavano la detta età furono venduti. Ma in quei giorni medesimi, in cui Frontone ne faceva la cerna, ne morirono undicimila di fame" (l. 6. c. 9). "Mentre Tito dimorava a Cesarea celebrò con gran pompa il giorno natale di suo fratello, aggiungendovi in onore di lui il supplizio di una gran quantità di Giudei; perciocchè il numero dei periti tra nel pugnare con le fiere, e di fuoco, e nel battersi insieme, sorpassò i duemila cinquecento!.. Indi Cesare venne a Berito, e qui ancora come innanzi disertò buon numero di prigioni." (l. 7. c. 7). Ecco qual era il fratello di Domiziano, che la buona anima dello abate Pietro Metastasio ci dipinge nella Clemenza di Tito tenero così, da far piangere di passione quante femmine odono, o leggono. Io poi ho voluto riportare questi brani di Giuseppe Flavio, onde i poco versati nelle storie non si lascino sorprendere dalla reputazione di tali tiranni della umanità, e stieno in guardia contro le ipocrisie vecchie e nuove. Le parole nulla contano, e i fatti poco, dove non sieno continui, diuturni, e non diversi mai.
      (14) GIULIANO, I Dodici Cesari, - DOMIZIANO.
      (15) PETRARCA, Canzoni.
      (16) Le donne ricordate sono note abbastanza, tranne Eponina ed Arria.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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