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      Lazzaro ha due nepoti, uno maschio e una femmina, a cui vuole più bene che a se stesso, e li raccolse orfani, con supremo amore tenne loro le veci di padre, e con esquisita delicatezza quasi ancora le veci di madre, ma non vuole sentirne parlare. Secondo lui, era meglio farne concio: se gli ammirano la vigoria dei giovani, ed ei burbero: - "la mala erba cresce presto." - Se lui per la egregia indole dei ragazzi predicano beato, egli esclama: - "Li tolsi per bastoni della vecchiaia; se mi staranno in mano o mi cadranno sopra le spalle, vedremo poi." - Insomma egli è un cervello balzano, ha il capo pieno di girandole, abbaca sempre co' suoi ghiribizzi, e parla per via di parabole con motti arguti, e mordente che fa proprio gusto a sentirlo.
      Quando entrai nella osteria si strinsero su la panca, ed io mi vi posi a sedere davanti al fuoco, e reiterate le oneste accoglienze, Lazzaro a cui la mia comparsa aveva tronco il filo del ragionamento, continuò in queste parole:
      - "... dunque non fare mai bene se non vuoi avere del male: e questo è detto antico; ma, come sapete tutti, la verità ha i capelli bianchi e lunghi, perchè gli uomini la maltrattano per modo che la poveretta non si trova mai tanto da pagare il barbiere che glieli tagli."
      Ma voi non parlate la verità,
      riprese Biagio: "io, per me, mi sento rinascere quando mi trovo secondo le mie forze ad avere fatto un pocolino di bene."
      Perchè voi siete un presuntuoso,
      soggiunse Lazzaro; "e quando avrete dato un soldo, o due rosicchi di pane avanzato da tre giorni, vi sarà parso di mettere i consoli in palazzo: non vi pare egli un bel che proteggere a così buon mercato?


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Lazzaro Biagio Lazzaro