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      Calunnino pure quanto sanno gli antichi sistemi, staremo a vedere se i nuovi varranno a darci Bacone,
      Newton, Galileo; e degli altri molto più moderni mi taccio. - Io comprendo benissimo come lo spirito umano, per necessità della sua natura irrequieto, non possa eternamente posare in una maniera di essere, e ciò per riguardo a tutte le cose; una forza operosa lo costringe a muoversi, e sta bene che si muova, chè così facendo consente ai suoi destini. Oltre questa necessità, altre migliori ragioni non gli mancheranno, - quantunque tu deva accordarmi, o Gualberto, darsi due moti, uno dei quali consiste nello andare sempre avanti, e un altro nello aggirarci dentro un circolo eterno. - Nonostante, io per me reputerò sempre insano colui il quale abbracciando una formula nuova maledice l'antica, senza darsi pensiero, come pure si dovrebbe fare, se questa contenesse alcuna cosa buona da avvantaggiarcene, imperciocchè paia e sia impossibile che molte schiatte di uomini si accomodassero dentro una formula ov'ella non comprendesse requisiti da soddisfare in parte, secondo la ragione dei tempi, i nobili istinti ed i fini a cui si dicono destinate. - Ed io ricordo, o Gualberto, avere già letto dentro un libro stampato, che Dio consegnò al primo uomo un sigillo per suggellare tutte le opere umane, con ordine di farglielo restituire dal suo ultimo figliuolo nel giorno del bilancio finale, ove si trovò inciso il molto: Sunt bona mixta malis. - E le formule percorse dalla umanità paionmi molte, e sopra tutte io ritengo degne di osservazione quelle che sorsero fecondate dalla virtù delle dottrine di Cristo.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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