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      Il Presidente immaginò nuova insidia: tanto vi si adoperò, che lo condussero come bove al macello; ma come avevano preveduto lo prese la sazietà, e lasciò il luogo: ed ecco andargli incontro, non la donna dei Proverbi di Salomone, - in assetto di meretrice, strepitosa, e sviata, - ma una fanciulla cauta di animo, dimessa nelle vesti, e in sembianza mesta, intenta tutta a ricercare una moneta smarrita che aveva riscossa per certi pannilini lavati e stirati: - e non le doleva già la moneta, ma il pensiero che la sua povera madre, la quale abitava su nelle soffitte, l'aspettava per comprarne la cena.
      Il giovane ebbe pietà della giovane bellissima; e gentile com'era, volendola aiutare e ad un punto non offenderla, finse unirsi a lei nella ricerca, e trattosi destramente di tasca una moneta uguale alla perduta, gliela porse dicendo averla trovata.
      Qui sorrisi e grazie da una parte, e dall'altra lunghi sguardi e benigni, perchè la fanciulla era bella.
      E mentre il giovane si partiva, la fanciulla, posto il piede sopra, inciampò nella sua moneta: fece atto di maraviglia, sembrò esitare un momento, ma poi chinatasi presto la raccolse, e volgendosi al luogo donde il giovane si era dipartito, scrollò due e tre volte il capo in aria beffarda.
      Allora il giovane prese usanza in cotesta casa; ma la fanciulla usciva rado, e in ore diverse. Come aspettarla, e dove? - Quello che non potè il giuoco lo potè amore. Appena gli restava ora libera, il giovane correva alla bisca: un servo comprato vigilava su l'andito, e se la fanciulla veniva, avvisava; ed ella passava, nè tanto spesso da distrarre il giovane dalle fatali allucinazioni del giuoco, nè tanto infrequente da disperarlo.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Presidente Proverbi Salomone