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      Passeggeri sopra cosa che passa, chi mi sa dire se il cielo domani coprirà la terra? Quando l'amore può aspettare, egli è infermo come i fanciulli che si astengono da correre: lo colse la gotta, male da vecchio; l'amore dura vispo e lieto anche venti anni, ma se diventa vecchio, in meno che non balena eccolo decrepito.
      La fanciulla facevasi velo di lacrime alla faccia mansueta. Il giovane ragiona, prega, e tempesta insieme. La vecchia in mezzo immobile come il Destino. Il giovane disperato una sera entrò nella bisca; messe grosse poste, e vinse duegento ghinee: poca cosa, ma bastevole a sperimentare la fortuna, s'egli è pur vero ch'ella ami i giovani. - Fu baleno d'inferno, e Mammone penetrò nelle vene del giovane con tutti i suoi veleni. Da quella sera in poi sedè continuo intorno al tappeto verde...
      Se della probità del banchiere egli dovesse o potesse dubitare non sapeva; certo però che a fraudare sembrava gli fosse chiusa ogni via. E poi il banchiere ispirava proprio fiducia: bello di faccia, con capelli copiosi e biondi egregiamente acconciati sopra la testa, onesti i modi, lo sguardo benigno, il sorriso innocente; e quando ripeteva la parola: - "Vado," - per avvertire che estraeva la carta, sembrava Gabriel che dicesse: - "Ave!" - Però il giovane, allorchè si pose a sedere, fisse i suoi occhi dentro gli occhi del banchiere provocanti, e simili a quelli del duellatore contro al nemico che si apparecchiano a uccidere; ma il banchiere gli corrispose senza punta ira, anzi con pietà, come volesse dissuaderlo da porsi all'avventura.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Destino Mammone Gabriel