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      Scelse un terzo foglio; lo accomodò sopra lo scrittoio, vi pose in mezzo la falsa riga, e molto propriamente l'appuntò con cera bianca perchè non iscorresse da una parte nè dall'altra e i righi venissero diritti bene.
      Veramente, - proseguiva meditando, - sopra la infamia del figlio così ella non potrà più rimanere dubbia.... Non importa, - purchè nei pochi istanti che le durerà la vita non rimanga neppure dubbia che la mia tenerezza e la mia memoria non le mancarono mai.....
      E accostata la penna, tracciò la prima lettera. Trovando poi che si erano ingrossate le punte e tracciavano male il carattere, con un pannolino attese ad asciugarle diligentissimamente.
      Nè le madri - continuava tra se - per vergogna rinnegano i figli.... mai.... Sul trono o sul patibolo, lo immenso amore che sgorga dalle viscere materne aumenta gloria o mitiga vituperio. - Ma la madre di Pausania, che portò prima le pietre per turare la porta del tempio onde fare morire di fame il figliuolo ricovrato là dentro? - È menzogna. - Furono uomini quelli che scrissero cotesta favola, nè ardirono scriverla se non aggiungendo: - si dice. - E col temperino ragguagliò e pareggiò le punte della penna. - Se fosse stata una madre, avrebbe smentito la fama bugiarda....
      Cara madre!
      - vergò per la terza volta, quando allo improvviso fu aperto con impeto l'uscio della camera, e una voce concitata lo chiamò:
      Signor Guglielmo!
      Lo sciagurato giovane non piega il collo, non muta il fianco, e persuaso venissero per condurlo al supplizio, esclama:


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Pausania Guglielmo