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      I canti dei poeti, gl'insegnamenti dei sapienti, lo chiameranno maraviglia e grazia del mondo. - Le meteore della storia impallidiranno al tuo cospetto - ecclissate dal tuo splendore, - o fulgidissima meteora della Gallia.
      O isola luminosa di gloria! Te rinfreschino sempre salutifere le aure. Pellegrini di remote nazioni e tribù libere come le tue onde, verranno a salutarti. E il vagante pel mondo si fermerà sopra la tua sabbia corrusca da lontano per contemplare una terra cotanto famosa. Ogni gleba, ogni pietra, ogni dirupo santificato dalla orma dell'Esule, lo tratterranno. Per lui tu acquistavi una luce divina, e il tramonto del suo sole fu la levata del tuo.
      Dove sono le mani che lo hanno incatenato? mani che si affaticarono invano di contendere con lui. I popoli gli resisterono qualche volta, ma non lo superarono mai. I potenti, che spesso s'inchinarono alla sua potenza, recuperarono le loro corone fra le sue prede di guerra! Il vincitore è vinto; l'aquila giace adesso contristata, e tentano muovere guerra di tenebre al raggio della tua stella. - Ma la tua gloria apparisce scintillante di nuovo splendore, e percorre sublime il suo ascendente come il pianeta degli anni.
      Lieti sieno gli arbuscelli delle tue montagne; copiosa la verdura dei tuoi prati; limpidi e perenni i rivi delle tue fontane; incolumi i tuoi annali da qualsivoglia sventura. Tu sorgi in mezzo all'ampio Oceano, come un magnifico altare di cui le reliquie saranno salutate dalle preghiere del genere umano. Le tue costiere respingano la rabbia delle procelle, e le aperte sponde la contesa del mare e del vento.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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