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      Costretti ogni giorno a concepire e a produrre, le vostre creazioni di un'ora durano la vita di un minuto; più spesso nascono morte. Il vostro pensiero nelle continue emanazioni si spossa, come le membra dell'etico si disfanno pei quotidiani sudori: io vedo uscire dalle vostre menti cose superbe, vane, snervate, mal connesse e viete, e mille volte ripetute; che se i giornali non fossero, voi le fareste gravi, profonde, durature, e come di onore a voi, così di conforto e di gloria alla patria che in voi confida. Senza grande fatica di vita nulla concessero gl'Immortali a noi uomini. Le vostre carte effimere paionmi responsi della Sibilla scritti sopra le foglie che il vento disperde, e nessuno raccoglie. Guaritevi dalla febbre di volere ogni giorno intorno agli orecchi il ronzio della fama; confidate il nome vostro non all'ale dello insetto, ma a quelle dell'aquila; che se è bello ottenere onoranza dai contemporanei, divino è poi conseguirla dai posteri. Imitate il Gran Cancelliere d'Inghilterra, il quale rivelando i suoi concetti presagiva che gli uomini non lo avrebbero compreso se non se dopo lungo spazio di secolo. Consolatevi del difetto di ossequio immediato, imperciocchè se mancheranno ai vostri altari quotidiani sacrificii ed incensi, non per questo sarete defraudati della laude meritata. Così racconta Eliano (se la mente non erra), come certi popoli avendo cessato d'immolare vittime sopra l'ara di Augusto, la Natura, quasi riparando al fallo degli uomini, vi facesse crescere un lauro trionfale.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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