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      Infinite sono le vie che conducono al bello; immensi i colori di questa iride che si rinnuova perpetuamente: e di vero, perchè non dovrebbe essere così? Il pensiero, eterno pellegrino che si arrischia per i più disperati sentieri, per lande ghiacciate, per ardenti deserti, o come mai non dovrebbe i sandali logorare e le vesti? E poi la fantasia si stancherà piuttosto a immaginare, che la natura di produrre cose nuove; e quindi nuove sensazioni, nuove passioni, nuovi intenti, nuove voglie, e tutto nuovo. E' vi fu un tempo in cui ancora io diceva col predicatore: "Quello che fu sarà, e nulla di nuovo è sotto il sole." Adesso il minuto che nasce mi sembra diverso da quello che muore; imperciocchè non credo più che cadano aridi e segregati come i grani della sabbia dell'orologio a polvere, ma ogni minuto porti seco tutta la esperienza dei secoli trapassati, e tutta la speranza dei secoli avvenire.
      Nonostante, dei convertiti, alcuni non procedono affatto sinceri, e molti si rassomigliano agli antichi cristiani, i quali non sentendosi virtù per incontrare il martirio con atti esterni, acconsentivano ai riti dei pagani, ed agli altari dei Numi presentavano incensi, onde ebbero il nome di turificati. Questi romantici turificati profferiscono parole oblique, giudizi incerti, e quando rendono lode ai sommi nostri contemporanei, lo fanno con un certo mal garbo, ed un non so che di amaro si mescola nella dolcezza della parola, che il biasimo a cui bene intende riescirebbe meno acerbo della lode.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Numi