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      E in quella guisa, secondo la sentenza di un filosofo antico, che la copia delle medicine e la frequenza dei medici danno manifesto indizio di molte e gravi malattie, così la moltiplicità delle leggi indica gli ordini civili guasti profondamente(73). - E mancata la prestanza militare, alla quale compartivano i Romani per antonomasia il titolo di virtù, a nulla valsero le fortezze. Le fortificazioni del Reno con tanto studio innalzate dall'imperatore Valentiniano non contennero gli Alamanni irrompenti, nè i Quadi quelle del Danubio. Disprezzate o prostrate le muraglie costruite nell'Armenia, Cosroe potò minacciare Costantinopoli. Il passo delle Termopili, difeso dal codardo Geronzio, non trattiene un momento Alarico e i suoi Goti: meglio era lasciarlo vuoto, chè la memoria dell'estinto Leonida sarebbe stata più temuta assai che la presenza del capitano di Arcadio. Le fortezze senza coraggio si assomigliano alle spade poste per decorazione sopra i catafalchi dei soldati nel giorno dell'esequie. Non fosse, non muro, non bastita mai gioveranno tanto alla salute del popolo, come il sentimento che pose in bocca degli Spartani (ai quali per istatuto di Licurgo era vietato circondarsi di mura) queste parole, allorchè Pirro assaltò l'aperta patria loro con 25,000 fanti, 2000 cavalli, e 24 elefanti: "Se tu sei un Dio, non angustierai quelli che non ti offesero: uomo, avanzati, troverai uomini pari a te stesso."(74)
      E nessuno dei popoli che vissero, o vivranno nei secoli, sia tanto, non dirò superbo, ma stupido, che voglia paragonarsi ai Romani.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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