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      Commosso profondamente, m'ingegnai insinuare in lui la speranza che mi mancava, e con un filo di voce che mi usciva a stento dalla gola stretta, gli dissi: "Ella sarà cortese, e ti prorogherà il pagamento anche a molti anni."
      Basta un mese per finire il mio romanzo côrso. Io lo composi con amore, vi meditai lungamente sopra, fu il consolatore delle mie notti d'insonnia, il compagno del mio esilio, ma di giorno in giorno io differiva a scriverlo, ed ora la morte mi sta sopra e il tempo si fa corto. Adesso io lo dètto notte e giorno, e quella mia povera moglie scrive a distesa; - mi pare correre un palio con la morte, ma la morte vincerà.... vincerà di certo. Onde tu, Francesco, amico mio, fa senno, e giovati delle mie estreme parole: non rimettere mai a domani quello che tu puoi fare oggi. Il pigro si volta ora da un canto ora dall'altro, come l'uscio sopra gli arpioni, finchè la morte arriva a dargli la spinta e a chiuderlo, a cagione della saracinesca che si apre per di fuori del tempo da chi ha in mano la chiave dell'eternità. Vorrei stampassero il mio romanzo e le commedie: - il rimanente delle opere mie non ne vale la pena....
      Qui gli mancarono a un punto la conoscenza e la voce: muoveva le labbra, ma non articolava le parole. Io svincolai la mia dalla sua mano, nè lo rividi più. Seppi poi che morì contento come un Santo, non pure per la persuasione di andarsene nella dimora dei giusti, quanto, e molto più, per la contentezza di riposare nella sua fossa bellina!...
      Di niente altro al termine del suo terreno viaggio egli ebbe cura, tranne delle sue commedie e del suo romanzo: e questo non fu stampato mai, e quelle non si rappresentano più. All'opposto si ristampano meritamente la sua bella traduzione della Guerra dei Trent'Anni di Schiller, e le sue scritture filologiche, critiche, storiche e morali.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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