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      Guardami, e di per te stessa lo giudica,
      soggiunse; e con l'indice della destra le comprimendo la fossetta del mento, verso la sua voltava la faccia di lei. - A Dianora sembrò trovarlo meno mal condotto di quello che lo vide l'ultima volta in chiesa, ma pur tanto da farle l'occhio lagrimoso; - e subito dopo abbandonò la testa su la spalla del giovane, e desiate scesero le sue labbra sopra le labbra di quello.
      E' correva in quei tempi un mal costume generato dall'errore delle leggi, per cui si praticavano assai gli sponsali, o piuttosto promesse di fede fatte in segreto, e al cospetto del cielo. Questo era dunque un mal costume, come la più parte dei segreti sono; ma il danno, secondo il solito, toccava al povero, o quando erano di troppo disuguali le condizioni delle parti. Là dove ambedue le famiglie avevano autorità, più di rado accadeva lo scioglimento della fede promessa. La fede poi d'Ippolito e della Dianora era fede davvero: si genuflessero davanti la immagine della Vergine col Bambino, appesa nella camera di madonna Veronica, e ad un messale che stava aperto sopra una sedia. Ippolito allora, quasi per fare una sua vendetta dell'angoscia sofferta allorchè Dianora erasi insieme con lui prostrata nel tempio, tolse il libro, e glielo pose innanzi agli occhi, e la guardava supplichevole in faccia; e Dianora lo prese tutta tremante, sebbene lieta di altissima gioia; e Ippolito due e tre volte la baciò amoroso. - Noi ci accorgiamo adesso adoperare troppo gran numero di e in siffatte occasioni; e comecchè ce ne siamo accorti, non ci dispiacciono gran cosa.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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