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      Donna, ov'è mio padre? balbettava la muta eppure tonante voce della sua innocenza. - Donna, ov'è il tuo sposo? echeggiava ogni angolo del mio cuore. Ohimè! invano tu lo cerchi, o orfano infelice! Egli forse ne stringe altri al suo cuore. Tu maledirai l'ora della nostra felicità, quando un giorno ti vedrai disonorato dal nome di bastardo.
      - Tua madre, - oh inferno che mi bruci il seno! - tua madre vive solitaria in mezzo al mondo, - eternamente assetata alla sorgente delle gioie che il tuo sguardo orribilmente amareggia. Ah! da te emergono tutti i sentimenti dolorosi della passata felicità, e gli strali amarissimi della morte escono affollati dal sorriso del tuo sguardo infantile.
      - È Inferno, è Inferno, ove vivo senza di te; Inferno ove il mio sguardo scorge; i tuoi baci, o figlio, sono sferze delle Eumenidi, ma quei dati dalle labbra di lui mi assopirono con magica soavità. I suoi giuramenti mi risuonano di nuovo come tonanti fuori del sepolcro. Eternamente, eternamente il suo spergiuro continua a soffogarmi, - eternamente. - Qui l'Idra mi afferrò, e il delitto fu consumato.
      - Giuseppe! Giuseppe! anche da lontano ti perseguiti l'ombra spaventevole: ti raggiunga con fredde braccia, ti desti con urli terribili dai sogni voluttuosi. Dal vago scintillare delle stelle esca e ti percuota l'orrido sguardo di morte del figlio. Ti si affacci in sembianze sanguinose, e ti respinga dal Paradiso.
      - Vedete, - là giaceva disanimato ai miei piedi, freddo, intirizzito. Con sensi confusi io vedeva scorrere il suo sangue, e con esso scorreva la mia vita.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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