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      Batte terribilmente il Messo della Giustizia, più terribilmente il mio cuore. Con gioia mi affrettai di spegnere le fiamme del dolore nella gelida morte.
      Giuseppe! Iddio nel Cielo può perdonare: la peccatrice ti perdona. Il mio rancore, lo voglio consacrare unicamente alla terra.
      Suscitatevi, fiamme, a traverso del rogo. Oh me felice! me felice! Le sue lettere abbruciano, - un fuoco divoratore distrugge i suoi giuramenti. I suoi baci!.... oh come ardono!
      Cosa mai erami sì caro su la terra?....
      - Non vi fidate delle rose della vostra giovinezza, o sorelle; non vi affidate nei giuramenti degli uomini. La bellezza fu la insidia della mia virtù.
      Da questo palco di Giustizia io la maledico! Lagrime?.... come lagrime?.... negli occhi del carnefice? Presto ponetemi la benda. Carnefice, non hai cuore di troncare un giglio? Pallido carnefice, non tremare.
     
     
     
      PARISINA(105)
     
      POEMA ROMANTICO DI LORD BYRON.
     
     
      I.
     
      È l'ora nella quale si ascolta dai ramuscelli la nota melodiosa dell'usignolo; - è l'ora nella quale i voli degli amanti appaiono più soavi in ogni mormorata parola, - e i venticelli gentili, e le acque vicine, rendono armonia all'orecchio solitario: - La rugiada lieve lieve bagna ogni fiore, le stelle si sono incontrate nel firmamento, su l'onda si addensa un azzurro più profondo, su le foglie un colore più fosco, - e per l'orizzonte quella luce dubbia, così soavemente opaca, così oscuramente pura, la quale tiene dietro al declinare del giorno quando il crepuscolo illanguidisce all'apparire della luce.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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