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      II.(106)
     
      Ma non per ascoltare lo strepito della cascata abbandona Parisina la sua stanza; - non per contemplare la luce celeste passeggia la donna per le ombre della notte: - s'ella si aggira nei giardini degli Este non ve la chiama vaghezza dei fiori aperti: - ascolta... - ma non per l'usignolo, quantunque il suo orecchio attenda una così dolce favella. Se muove un passo traverso il folto cespuglio, e le sue guance si fanno pallide, - e il suo cuore palpita celerissimo; - una voce mormora tra le fronde frementi: le ritorna il colore sul volto, - le si solleva il seno: anche un istante..... e saranno insieme. - È trapassato, - e l'amatore è prosteso davanti alla donna innamorata.
     
     
      III.
     
      Ora cosa è mai per loro il mondo con tutte le sue vicende di stagioni e di tempo? - Ogni creatura, il cielo, la terra, sono nulla alla mente e agli occhi loro: - come se fossero morti, come se tutto fosse scomparso non curano cosa che abbiano sopra, sotto, o dintorno. Uno respira l'alito dell'altro: - pieni di gioia tanto profonda sono que' gemiti, che dove non diminuissero, il felice delirio distruggerebbe i cuori che sentono il suo fiero dominio. Immaginerebbero essi mai colpa o pericolo in questo tumultuoso e tenero sogno? Colui che sentì la potenza della passione ristette, e lo prese paura in questa ora? o pensò come celeri scorrono via questi momenti? - Pure già sono passati! - Noi dobbiamo svegliarci avanti di conoscere che tale visione non tornerà mai più.
     
     
      IV.
     
      Con lentissimo sguardo abbandonano il luogo della colpevole gioia passata, e quantunque sperino e facciano voli, essi si affliggono come se questo fosse l'estremo commiato.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Parisina Este