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      ... Il passato è nulla, e il futuro sarà forse come il passato; - ma io vorrei essere morto in quel tempo, imperciocchè, sebbene tu abbi male operato contro la madre mia, e fatta tua la sposa a me destinata, sento che mi sei padre pur sempre; e il tuo decreto suona aspro, ma non ingiusto quantunque venuto da te. Generato nel peccato, per morire nell'onta, la mia vita termina siccome cominciava: - tale errò il padre, tale errò il figlio, e tu dovevi punire ambedue in uno. - Tristissimo appare alla vista umana il mio misfatto, ma Dio deve giudicare tra noi."
     
     
      XIV.
     
      Cessò, - e si stette con le braccia incrociate su le quali suonarono le catene; - nè vi fu orecchio dei baroni quivi adunati, che non rimanesse come trafitto al rumore che levarono le catene cozzandosi. Finalmente la fatale bellezza di Parisina attrasse di nuovo ogni sguardo. - Oh come può ella sentirlo così condannato a morire! - La creatura vivente del danno di Ugo non una volta ardì volgere gli occhi dall'altro lato, ma li tenne fissi, lagrimosi, ed aperti. Non una volta quelle dolci palpebre si chiusero, od ombrarono le pupille su le quali sorgevano; ma intorno l'orbita loro di profondissimo azzurro crebbe dilatato il bianco circostante, e quivi rimasero con invetriato sguardo come gelate nel sangue rappreso: - se non che, di quando in quando una grossa lagrima raccolta tacitamente scorreva dal lungo e bruno ornamento del bel ciglio, ed era questa cosa da vedersi, non già da udirsi a raccontare! E quei che le vedevano, si maravigliavano come tali goccie potessero uscire da occhio umano.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Dio Parisina Ugo