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      Ogni gioia, ogni dolore era passato: nè rimaneva più nulla, tranne notti vegliate, e giorni gravi; un'anima morta alla vergogna e alla lode, un cuore che fuggiva se stesso, e benchè suo malgrado, gemeva; - nè poteva obliare ciò che quanto meno dimostrava tanto più profondamente lo travagliava, e più intensamente sentiva. Il ghiaccio, per quanto denso egli sia, non può riunirsi che sopra la superficie; il ruscello vivace scorre sotto per sempre, nè può cessare di scorrere. L'anima sua era agitata da neri pensieri, profondamente radicati. - Invano tentiamo reprimere le nostre lagrime: queste acque del cuore si muovono sussultando, nè possono inaridirsi. Le lagrime non piante tornano alla sorgente, e vi si posano più pure; - non piante, ma non gelate: - più amare quanto meno manifeste. - Azo con interni moti di affetto tornava talora a palpitare su gli uccisi, disperato di riempire il vuoto affannoso, disperato d'incontrarli là dove le anime unite parteciperanno la gioia! Convinto di avere profferito un giusto decreto, ch'essi avevano meritata la condanna, - pure la vita di Azo fu sempre misera. Se i rami dell'albero sieno con soave cura stralciati, possono ricuperare tal forza che diverrà poi una vita verdemente florida, e di libera salvatichezza; ma se il fulmine percuote furiosamente i rami ondeggianti, il tronco ne sente la ruina, nè mai più torna a mettere foglia.
     
     
     
      LA FLOTTA INVINCIBILE.
     
      DA SCHILLER.
     
      Essa viene, - viene la superba flotta del mezzo giorno; l'Oceano geme sotto di lei con suono di catene, e un nuovo Dio e mille bocche di fuoco ti si avvicina, - un esercito natante in formidabile cittadelle (che l'Oceano giammai vide simili). La chiamano invincibile.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Azo Oceano Dio Oceano