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      L'ambizione afforzò la mano del giovane Allan, il demonio esultante diresse lo strale, mentre la invidia scuotendo l'ardente tizzone versò il veleno dentro il suo cuore.
      Veloce scocca lo strale dall'arco di Allan. - Di cui è quel sangue che gli contamina il fianco? È basso il nero cimiero del prode Oscar, il dardo ha bevuto la sua onda vitale.
      L'occhio di Mora commosse il feroce Allan; ella fu che suscitava il suo orgoglio oltraggiato: ahimè! quegli occhi che raggiavano amore poterono costringere un'anima ad opere d'inferno.
      Ecco, vedi la tomba solitaria che s'inalza sopra un guerriero defunto; ella apparisce per l'oscurità del crepuscolo: oh! quella è il talamo nuziale d'Allan.
      Lontano, molto lontano, sta il nobile avello che nasconde le grandi ceneri della sua schiatta; nessuna bandiera sventola sopra il suo cadavere, perchè sozzo di sangue fraterno.
      Quale antico menestrello, quale bardo canuto oserà inalzare sulle corde dell'arpa le geste di Allan? Il canto è il principale rimerito della gloria: e potrebbe egli forse risuonare la lode dell'omicida?
      Senza corde, negletta rimanga quell'arpa, nè ardisca il menestrello suscitare quel tema; il delitto renderebbe la sua mano paralitica, le corde dell'arpa si spezzerebbero al tocco.
      Non fama di lira, non versi sacrali inalzeranno la sua gloria sublime per l'aria, però che gli echi risponderanno l'amara maledizione di un padre moribondo e il gemito mortale di un fratello trafitto(112).
     
     
     
      LA FIDANZATA DI CORINTO(113).
     
      TRADUZIONE LETTERALE DA GOETHE.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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