Pagina (414/469)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Ah! m'ingannai. -
      Se come scellerata io son punitaA inaridirmi nel sospetto, questa
      Innocenza che giovami? - VersatoFu il sangue qui del mio fratello... O terra,
      Dal dģ che l'empio diffuse la primaMorte sul volto all'uomo, tu bevesti
      Pił sangue che rugiada; eppur vestitaDi luce, - eterna in tua beltą sorridi,
      E pietosa raccogli entro al tuo gremboE i giusti e i tristi - tutti! - Č la tua faccia
      Cener di morte: - calpestiam la polveDei padri noi, - calpesteranno i figli
      La nostra... O terra, una gran tomba sei!
      Non pertanto sorridi... Oh! quanto meglioEra non esser nati. - Ecco il vestigio...
      Dio gią lo vide... Oh! a te non sorga il gridoDi vendetta da questo... e s'ei surgesse...
      Non ascoltarlo, - no, - rimanga inulto; -
      Fu sparso senza offesa: - ma nol veggaLa gente... deh! nol vegga... Oh! se uomo mai,
      Questo luogo accennando, e altrove il voltoPer orrore volgendo: - Un Cancelliero, -
      Dicesse, - lą trafisse un Cancelliero, -
      Oh I quanta infamia: - celisi, - nol veggaLa gente, - deh! nol vegga(137).
     
     
     
      SCENA VI.
     
      LEMMO, E DETTA.
     
     
      LemmoPerchč quello
      Che in pensando il tuo cor freme, - in altruiVuoi sospettar? - Questo non č nč giusto
      Nč onesto; e il nome nostro delle gentiAll'orecchio fin qui non suonņ infamia.
      L'anima sconfortata nel doloreNon ode l'argomento della mente,
      Nč palpito paterno ragion vince! -
      O auguste mura dei miei padri(138), - un giornoMen superbe sorgevate, ma certo
      Di tutela ospital, di cortesiaVi riparava il perseguito, - certo
      Delle oneste accoglienze il cavaliero; -
      Come della innocenza e del valore


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Cancelliero Cancelliero