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      Al sacro asilo tutti. - Men superbeSorgevate: - ma or son del signor vostro
      Le notti tutte quiete? - Il pianetaVi schiara sì; - ma non v'allegra; - cade
      Suo raggio sopra voi, come su l'arcaDel potente defunto. - O patria mia!
      Da quei muri esce un grido di minaccia;
      Però che guai alla terra ove castelloTal'erge il cittadin che può oppressarla:
      Guai! In breve, o il suo signor fia per te spento,
      Od ei ti fie tiranno. Insomma questoDee pur finire in pianto... - Or parmi, e certo
      Scorgo una giovanetta in alcun'opraIntesa tutta: - oh! se della famiglia
      Di colui fosse cui nomar non oso.
      Fratello, - a lei chieder potria di Dore... -
      Gentil donzella, se benigno il cielo...
      BiancaGran Dio! qual voce è questa! Lemmo!...
      LemmoTanto
      Nei miei consorti può l'odio, che destiLa mia voce terrore?
      BiancaAmor la voce
      Vostra, ed amor dolcissimo risuonaSu l'anima di Bianca.
      LemmoTralignato
      Non è il buon seme di colei che madreA te, ed a me dolce cognata, or siede
      Su in ciel santa. Or deh! dimmi: - il figliuol mio?
      BiancaDegli avi suoi nella casa securo
      Vive. -
      LemmoSe come bella sei cortese,
      Non l'odii tu?
      BiancaOdiare io Dore!
      LemmoArrossi? -
      Tanto ti grava un pensiere di pace,
      Che a diffonderti valga su pel voltoIl colore dell'onta?
      BiancaAhi! duro detto.
      LemmoGemi? Ah! tu ben per tempo sei nudrita
      Nella scuola dell'ira. - Ah! ben per tempoSai esultar nella gioia di futura
      Vendetta, e dolce un retaggio esser l'odio,
      Che dee di figlio in figlio tramandarsi.
      Pur chi il diria? così cortese sembri...
      M'ingannai...
      BiancaV'ingannaste.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Dore Dio Bianca Dore