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      Ben tosto ai gaudi dell'eterna vitaTi avvierà: - piagni, ma spera; - il cielo
      Me poi condanna al pianto, e alla paura.
      Vedi, uom di sangue, la bell'opra(149)? - Godi.
      LemmoIo ebbi amici, e non son più! - consorte
      Io m'ebbi, e non è più! - aveva un figlio,
      E non è più! - Ramingo... disperatoCome Caino, e non ho colpa. - Dio,
      Perchè col peso del tuo sdegno aggraviUno innocente?
     
     
     
      SCENA VII.
     
      GUALFREDI, GERI, MANENTE.
     
      GualfrediIl giorno in che la donna
      Dal materno alvo accolseti, e a me voltaDisse: - Gualfredo, avete un figlio, - giorno
      Fu di dolore a Dio, e di tremendaGioia a Satano.
      GeriE porpora più vaga
      Al mondo fu di quella tinta in sangueDi un odiato? - E quale ebbe Fiorenza
      Vivo colore(150) che al paraggio valgaDi quel che scorre per entro le vene
      Di un nemico?...
     
     
     
      SCENA VIII.
     
      NELLO, E DETTI.
     
      NelloGualfredo! - a rumor mossa
      È la terra, - qui piegano aspramenteFeriti i Bianchi: - per Dio! sorti...
      GualfrediOh! tutti(151)
      Si trafiggano, - tutti; - e il corpo mioFaccia coperchio alla universa tomba.
     
     
     
      SCENA IX.
     
      GUIDO, E DETTI.
     
      GuidoDamiata è cinta: - ognun di voi domanda,
      Messere, e traditor vi appella.
      GualfrediIl tristo.
      Buon tempo egli è che pei sembianti appresiStarsi, - non per le cose. - Il nome è nulla, - E
      E poichè infame io non la temo... guardoFiso la morte, e alla morte sorrido.
     
     
     
      SCENA X.
     
      ALTRO SERVO, E DETTI.
     
      ServoMesser... la porta scassinata... a terra
      Cadde. - Lazzarri, il fier nemico vostro.
      Porta un capestro, e di appiccarvi gridaAl balcon del castello.
      GualfrediOh! nequitosa
      Plebe! - me appeso! - me d'infame morte


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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