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      La cour et la ville si recarono a casa sua per salutarlo, e il principe di Conti lo conduceva seco a pranzo dicendo: "sentirsi nato da famiglia abbastanza illustre per dare lo esempio del come dovessero onorarsi i grandi cittadini." Insomma, chiunque è vago della lode di onesto, o taccia od abbia il coraggio della condizione in cui favellando si pose.
      Corrono adesso molti anni che a me, preposto alla direzione del Giornale lo Indicatore Livornese, pervenne lettera anonima di preghiera a stampare gravissimi addebiti contra diversi scrittori del Giornale, e più specialmente contro uno. Mandai subito la lettera a questo uomo, il quale accorse premuroso interrogando se intendessi pubblicare cotesta diatriba in suo vituperio. Risposi: avergli mandato lo scritto perchè se mai alcuna cosa vera contenesse, con la debita ammenda la riparasse; se falsa, stesse con tranquillo animo e disprezzasse.
      Io poi, dato alle fiamme lo scritto, così ammoniva severamente l'anonimo scrittore nel n° 28 del Giornale, 7 settembre 1829:
     
     
     
      AVVISO
     
      Dixerunt ei: - Quid venit insanus iste ad te?
      Qui ait eis: Nostis hominem. Regum IV, 9.
     
      Con la posta del 30 agosto pervenne alla direzione dell'Indicatore Livornese uno scritto anonimo intorno diversi articoli di questo Giornale. - Noi siamo dolenti d'impiegare alcun verso del nostro Foglio onde fargli convenevole risposta; ma dacchè in altro modo non sapremmo come manifestare le nostre intenzioni all'ignoto scrittore, così è pur forza che i nostri Associati se ne chiamino contenti.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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