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      Sacrilego Bettinelli abate si accosta alla venerata urna di Dante, e ne conturba le ossa; altri ardisce angustiare l'anima grande di Vittorio. - Ma perchè non paia che noi, siccome ne avemmo rampogna, più che non convenga ci dilettiamo a cercare per le colpe umane, ci rimanghiamo dal noverarle più oltre. - Forse vorrà alcuno gittarci sul volto il nostro stesso esempio, e ci dirà: Tu pure trascorresti alla ingiuria vergognosa. - Altri coll'altrui esempio si difenda, non già noi: peccavi!.... Ma se alcuna notte vegliammo su i volumi del vero, se di qualche speranza facemmo lieta la patria, ci sia rimesso il peccato. Non si conti quel giorno nei giorni dei nostri anni(164): noi ne daremmo cento perchè fosse obbliato.
      Dunque non saremo migliori mai dei padri defunti? Andrà perduto il tesoro della esperienza, e dalle passate sventure non ritrarremo nè anche il retaggio del sapere? Nello spazio brevissimo in cui viviamo enti pensanti tra polvere e polvere, non ci ameremo mai?
      Certo comparvero nel nostro Giornale alcuni scritti immeritevoli di lode: - basti il rifiutargliela; ma si vorranno biasimare gli animi pronti, la voglia amorosa che indusse quei cortesi ad adoperarsi in prò di questo patrio instituto, mentre altri poltriva in ozio neghittoso? - Dovranno incontrar male per bene? - Forse distesero un cattivo scritto, ma fecero una buona azione; e se intendiamo biasimare le buone azioni, noi non vediamo cosa altro ci rimanga ad operare se non che commendare le pessime.
      Imitino questi oscuri Scrittori la modestia dell'Indicatore Livornese: - quale è il libro che sia stato da noi con parole amare ripreso?


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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