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      Il fante, notato il detto, lo rapportava al padrone. - Egli rimase stupefatto al racconto, nè prestando fede ai suoi orecchi, volle accertarsene di veduta, ahimè! troppo chiaramente traverso un buco praticato nel soffitto della camera di sua moglie, e nel 18 maggio. - Cadde in un subito furore, e fece arrestare ambedue loro, con Aldobrandino Rangoni di Modena suo gentiluomo, e due damigelle, come complici di delitto. - Ordinò si spedisse prontamente l'affare, e volle che i giudici colle solennità consuete pronunziassero dei colpevoli. La sentenza fu morte, quantunque alcuni in pro dei rei favellassero, e tra gli altri Uguccione Contrario ch'era potentissimo con Niccolò, e l'antico e devotissimo suo ministro Alberto Sale. Questi, con le lacrime agli occhi, genuflessi dicevano volesse perdonare ai colpevoli, non fosse altro per nascondere al pubblico il fatto vituperioso. Ma egli inflessibile nel suo sdegno comandò che la sentenza fosse immediatamente eseguita. - Ebbero pertanto la testa mozza nelle prigioni del Castello, in quel maschio spaventoso che in oggi si vede sotto la camera chiamata dell'Aurora ai piè della torre di Lione verso il capo della strada Giovecca. Ugo fu il primo, Parisina seconda, e Zoese[Nell'originale Zeose. Nota per l'edizione elettronica Manuzio] il suo accusatore la condusse a braccio sul patibolo. - Camminando temeva di cadere ad ogni istante in qualche trabocchetto, così che spesso domandava s'era ancor giunta al luogo, e le rispondevano aspettarla la mannaia.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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