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      Appena si furono affacciati nella stanza ove si era fatta ad attenderli donna Rosalia, ella si levō in piedi e mosse un passo o due verso di loro, atteggiando il sembiante a lieta accoglienza. Quando i padroni le furono discosto un paio di braccia, e nč anche tanto, poco pių di un braccio, il marchese Marcantonio cosė parlō:
      I Marchesi di santa Prassede, prima di abbandonare per sempre, in grazia vostra, il palazzo dei loro onoratissimi antenati, sono venuti a darvi il buon giorno, e ve lo danno.
      Quattro terzettate sparate a un punto stesso, che parvero una sola, fecero quattro finestre nel petto alla povera donna, che gridō Ge, e non ebbe balėa di compire Gesų, e cadde gių bocconi morta sul colpo.
      I padroni giovani com'erano venuti se ne andarono lenti, muti, senza pur degnare di uno sguardo il cadavere: scesi nel cortile inforcarono i cavalli, ed uscirono di Roma. Per la bella Siciliana non ci fu mestieri nč medico, nč prete. La copersi con uno arazzo; dalla parte del capo le posi il crocifisso grande di argento fitto sur un candelabro, che il marchese don Flaminio teneva nella camera da letto; da piedi le accomodai una lucerna accesa; le dissi presto presto un po' di de profundis, e poi mandai al Vaticano pel Marchese onde venisse subito a casa per affare, che non pativa dilazione; - e feci male; perchč a quello che era accaduto, o un giorno o un secolo oggimai non guastava pių nulla.
     
     
     
      III.
     
      La maledizione
     
      Il marchese don Flaminio non si fece lunga pezza aspettare: improvvido e spensierato, il cuore non gli presagiva nulla di sinistro: saliva le scale canterellando, senza porre mente ai volti lugubri e al favellėo sommesso dei servi: non lo percosse la frequenza straordinaria della gente accorsa al rumore delle pistolettate, e nemmeno alla inchiesta dei curiosi: "dov'č successo lo ammazzamento?


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdė santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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