Pagina (49/162)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Difficile cosa è, che all'uomo avanzino meriti: ma quando anche ne avanzassero, non per questo andrebbero punto perduti; chè voi li potreste applicare in suffragio dei vostri defunti.
      Io non intendo applicar niente a nessuno: ognuno pensi a sè, e Dio per tutti. Quattro dozzine di messe per me giudico sufficienti: ora, alle corte, se voi me le celebrate a quaranta baiocchi l'una, io vi preferisco come parroco della mia parrocchia; diversamente mando pel Priore di san Simone.
      Eccellenza, io non venni qua a trafficare, bensì ad amministrare i sacramenti: la grazia gratis fu data, e gratis la compartiamo; se volete lasciare di che suffragare l'anima vostra, fatelo; la elemosina è necessaria, perchè la Chiesa campa con la Chiesa: ma mi prende rimorso e ribrezzo essermi trattenuto qui con esso voi, in momenti tanto solenni per l'anima vostra, in mercato così vergognoso. Quando vorrete confessarvi avvisatemi, che sarò da voi come me ne corre l'obbligo del mio ministero.
      E se ne andò. Don Marcantonio nel vederlo partire diceva:
      Un degno sacerdote in verità! Ma caro appestato! - Ribasserà,... ribasserà. Orazio, il falegname è venuto?
      Ed io, che nella stanza appresso mi era sollazzato oltremodo a codesto colloquio, presago che stava per seguitarne un altro ancora più strano, accorsi pronto, e risposi:
      Eccellenza, e' fa presso che un'ora, che il maestro aspetta in anticamera.
      Fatelo passare.
      E il maestro passò. Don Marcantonio, di cui lo stato peggiorava a colpo d'occhio, con voce rantolosa gli favellò:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





Dio Priore Simone Chiesa Chiesa Marcantonio Marcantonio