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      .. Voi troverete gli assi nel canto a man dritta appena entrato... hanno ad essere quattro... fate, che ne bastino tre... qui si parrà la vostra maestria, ed io non rifinirò mai di raccontare le vostre lodi, e raccomandarvi agli amici.
      Il maestro muoveva il passo per andare, quando don Marcantonio incominciò a stralunare gli occhi, torcere la bocca, e volgere il collo come se gli svitassero il capo; le mani attratte a uncini agitava, le agitava in guisa di naufrago, e prima di perdere conoscenza affatto, gridò:
      Ahimè! muoio... Orazio... don Luca, muoio... maestro Gioacchino, tre usciali bastano... i chiodi... ah! adesso me ne sovviene... ci ho anche i chiodi giù in cantina... dite... quanto mi defalcate dal prezzo co' chiodi di mio...?
      Don Luca gli fece apprestare l'esequie magnifiche; immensi ordinò i suffragi per l'anima sua; e quando il cadavere fu tratto al sepolcro egli volle reggere un lembo del tappeto. Ripiegato come sotto un peso che non potesse sostenere, andava a capo chino, a balzelloni, versando dirottissimo pianto12.
      A quanto sembra però monsignor Taverna, che fu governatore di Roma in quel tempo, e credo che anche adesso lo sia, non si lasciava punto intenerire da coteste lacrime: imperocchè messo in sospetto dal numero spaventevole delle morti avvenute in casa Massimi, prese a ricercare sottilmente il successo, ed in breve gli venne fatto di accumulare tanti e tali indizi a carico di don Luca, che di subito ordinò alla Corte ponessegli le mani addosso, e lo menasse nelle segrete.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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