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      - Sulla qual cosa io lascio che giudichino i più savi di me: quello però che posso giudicare io si è, che la sbaglia a partito, prende un granciporro grossissimo chiunque si avvisa potersi pentire con una sola parte del corpo; mentre, per lo contrario, il pentimento deve resultare dal complesso delle intere facultà e potenze così del corpo come dell'anima: e se volete pentirvi in parti, fatelo, io non vel contrasto; ma deh! che non sieno queste parti sempre le stesse. Infatti voi dite: - Padre, mi sono pentito. - Davvero? E dove, figliuolo mio? - Padre, nel cuore. - Ottima cosa, e nobilissimo viscere è il cuore, io non lo vo' negare, e non lo nego; ma chi ci vede là dentro? Dio, e il beccaio: e noi dii non siamo, e per vedervelo, come fa il beccaio, bisognerebbe spararvi per lo mezzo. In questo voi non trovereste il vostro tornaconto: dunque, orsù, pentitevi con qualche altra parte che possa esser veduta anche dagli uomini senza spararvi; pentitevi un po' con la mano: vediamo, su, via, da bravi; un segno di questo pentimento con introdurvela in tasca, e cavarne fuori un'abbondante elemosina.15 Taluno forse di voi mi domanderà: e a che pro la elemosina? per suffragare l'anima del defunto? Ma no; s'ella se ne andava nello inferno non ci ha più mestieri acqua santa, nè moccoli; egli sarebbe un raddrizzare il becco agli sparvieri. No, dilettissimi; quelli che vestono un abito come il mio non consumano più olio che vino, per consigliarvi a gittar via ranno e sapone; conciossiachè io vi abbia fatto toccare con mano, che la sua anima anche di mezzo agli artigli del Maligno poteva riscattarsi in virtù di un sospiro: ma forse perchè dalle porte Salara e del Popolo entrano carni e frutti, e di ogni maniera derrate, non pagano essi la gabella?


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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