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      .. così se ne andò frantumato il capo di don Severo, colto in pieno da una palla di bombarda.
      Un pezzo di cranio, schizzato con forza, mi lacerò la gota sotto l'occhio sinistro. Il Comito trovò il cervello del marchese don Severo dentro il suo berretto. Il tronco del Marchese non cadde, giravoltò su le calcagna; poi mosse in fretta quattro passi o cinque, quasi volesse correr dietro alla testa; senonchè giunto alla sponda della fusta vi battè fieramente dentro con la pancia, e a gambe levate precipitò in mare. Il Comito, senza punto smarrirsi, e come se non fosse fatto suo, gridò:
      Gira di bordo! Forza di remi!
      Ma nel punto, che ogni supremo sforzo adoperavamo per allontanarci sollecitamente, ci piove addosso una vera tempesta di ferro e di fuoco: rotto il sartiame, crivellate le vele, gli alberi tronchi, spezzati i remi: i morti molti; troppi più i feriti. E la sciagurata fusta? Oh! ella non sembrava più il balioco cavallo arabo di dianzi, spumante e leggero; bensì ranchettava come pecora incannucciata. Alla Beatissima Vergine piacque salvarci per miracolo!
      Il Comito, ch'era di Spalato in Dalmazia, garbato quanto il taglio di una scure, gittata ch'ebbe l'ancora ci chiamò tutti intorno a sè; e, bevuto prima un lungo sorso di acqua arzente, si forbiva con la mano la bocca, e poi ci favellava in questa sentenza:
      Strenuissimi compagni! Don Severo da gran tempo cercava il male per medicina, ed io me n'era avvisto: egli voleva morire; le religione gli difendeva ammazzarsi, ed egli ha scelto questo partito per uscire dal mondo: adesso ha ottenuto il suo fine, e mi figuro che sarà contento!


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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