Pagina (81/162)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Essendo egli ottimo cristiano, hassi da credere altresì che con le faccende dell'anima si tenesse apparecchiato, come il buon capitano cerca di avere più presto che può le sue patenti a bordo. Tuttavolta, siccome qualche de profundis di più non guasta nulla, così, o fuori o dentro la chiesa, voi farete bene a recitarglielo. In quanto alla sua morte non vi ha causa di piagnisteo, perchè morto per la fede; in quanto alla sua sepoltura nemmeno, perchè il sepolcro ampio e di acqua conviene al marinaro; dentro una fossa, con tanta terra addosso, ahimè! mi parrebbe affogare. Per le quali cose tutte concludo: che chi è vivo e sano vada alla osteria, chi è ferito sia portato all'ospedale, e chi è morto sia sepolto al camposanto. Amen.
      A me parve di sentir parlare Marco Tullio in persona; però come a me non sembrò al cappellano della galera, il quale cheto cheto si accostò al Comito, e ponendogli la destra sul braccio glielo battè leggermente due volte, e favellò con voce soave queste parole:
      Momolo, voi non avete parlato con spirito di carità. Don Severo pei molti meriti suoi era degno di miglior sepoltura, che le onde del mare non sono.
      Intanto il sole si accostava al tramonto. Signore! come era terribile a contemplarsi! Pareva che nel fare il giro della terra egli avesse attratto a sè tutto il sangue, che gli uomini hanno versato sopra gl'infiniti campi di battaglia dappoi che mondo è mondo, ed ora lo rivomitasse a torrenti pel cielo e pel mare.
      Un flutto incalzava l'altro flutto, e nel rovesciarglisi addosso di vermiglio si faceva nero, mormorando un suono come di migliaia di disperati, che piangessero.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





Marco Tullio Comito Severo