Pagina (106/162)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Mi rincresce non poterle mandare l'Asino, come desidera: e sì che ci avrebbe un po' di diritto, essendo nato quando compiva l'opera di carità di venire a visitare i carcerati; e bisogna che si contenti della buona intenzione, che avrei di mandarglielo. - Procuri inviarmi migliori nuove di lei. Tanti saluti all'avvocato Serpente, e grazie della buona mente per me; gli dica, che gli sarò tanto e poi tanto obbligato se vorrà favorirmi qualche fatto, che si presti a farci sopra un bel racconto: negli spogli che fa, certo gli dovrebbero capitare fra mano casi stupendi; e gli dica ancora, che a scrivermi non rimetterebbe altro, che un po' di tempo. Ella potrebbe prendere la lettera e mandarla al mio amico a Livorno. Saluti a tutti e carissimi in casa.
     
      Aff.o suoD. GUERRAZZI.
     
     
     
      A Ersilia Bertelli.
     
      Genova, 12 novembre 1857.
     
      Mia cara signora, Ersilia,
     
      Davvero, che durano troppo le nuove non buone della sua famiglia, le quali quanto mi sieno di gravezza lascio a lei immaginarlo; confido però sentire che questa volta i bagni di mare tornino proficui al padre suo. La sorella bisogna che avverta a migliorare il sangue; per me ho fede nei bagni dolci prolungati, e nelle pozioni di salsapariglia, insieme con un regime rigoroso di vita.
      S'ella non ha nuove, figuri io! Che ormai sto da parte, avendo isperimentato avversi uomini e casi; non maledico persona, amo che altri si affatichi per la patria, ma comprendo essere più che stolto non richiesto mettersi nella calca a farsi pigiare. O quelli, che mi fecero il tiro veramente patrizio, o che fanno eglino?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





Asino Serpente Livorno Ersilia Bertelli Ersilia