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      O per chi, per chi, per chi, ci siamo sagrificati noi! È una schifezza, che supera ogni credenza. E in Livorno come a Firenze; a Roma e a Napoli eziandio, crogiolano nella servitù. Ci stieno: a me che importa? nulla. Arlecchino mangiava le saponette a colazione. Forse adesso si vergognano molti, per tornare a far peggio domani. Ora i Predicatori. Le cause vinte hanno torto, e a lungo andare non piacciono a Dio, agli uomini, e alle donne meno. Saluti a tutti in casa, la Mamma, il Babbo, e l'Emilia.
     
      AffezionatissimoD. GUERRAZZI.
     
      P. S. Mi vorrebbe essere cortese a levare dalla sopraccarta Avvocato? La Corte di Firenze me lo ha levato, e a me non par vero obbedirla. Domenico Guerrazzi basta.
     
     
     
      Carissima Signora Ersilia
     
      Mi è riuscito oltremodo spiacevole udire le male nuove della salute del Pappà. Per guarire dalle malattie intestinali bisogna mutare aria, non c'è rimedio. Quando il corpo si vizia lentamente sotto una temperie, nessuno speri guarire se non n'esperimenta una diversa. Comprendo quanto è critica la condizione di lei, ma ormai è forza sostenerla con fermezza, dacchè non so cosa giovi innaffiarsi lo viscere di bile. Triste è il caso, ma non degli irrimediabili. O io mi dovrei dare al diavolo, che mi trovo in esilio dalla terra, che amo, senza amici, senza colloqui intimi, di cui neanche in prigione era privo. Nipoti ho bene, ma giovani, e non devono starsi ad annoiarsi meco; ogni età ha i suoi piaceri: spesso mi trovo di faccia a Maria, zitti come olio, ella col gatto in collo, io co' cani fra le gambe.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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