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      Ricordi ch'ero l'agnello da essere arrostito per il connubio di Ricasoli e Compagnia col Granduca restaurato. Ricordi il furore col quale hanno avversato la mia elezione. Come intendano libertà lo vedo dallo sgoverno ombroso, e tirannico; quanto a giustizia vedo conservati i carnefici in seggio. - Non mi pare aria di tornare adesso. - Le ho detto e le ripeto, e le ripeterò invariabilmente sempre: se il Popolo mi vuole, mi chiami come conviene a lui, e a me: se non mi vuole, mi lasci.
      Certo, veda sorte disforme! Manzoni onorato, levato a cielo, e pensionato dal Re; io avvilito, oppresso, impoverito dal Popolo. Manzoni pel Re non fece mai nulla, io pel Popolo sempre e tutto. Bisogna pigliare tutto con equo animo, e senza querela, chè lo strillare è da bambini.
      Le sarò grato se mi darà più frequenti che può notizie intorno agli umori reali non fattizi che si vanno sviluppando nel popolo costà.
      E agli amici veri dia comunicazione di questa lettera. Mi conservi la sua benevolenza; saluti alla signora Teresa, e alle figlie anche per parte di Maria.
     
      Aff.oF. D. GUERRAZZI.
     
      Genova, 29 agosto 1852.
     
      Cariss.o Ferdinando
     
      Ho ricevuto la sua lettera; ho detto sua, ma le dico alla ricisa, che non la credo sua; e poi mi giova sperare, che molte cose le non sieno come le conta, perchè, se fossero, io dovrei scapparmene in America.
      Che cosa ha l'Apologia, che mi faccia torto? - Sostenni che, eletto ministro del Principe costituzionale, compii con fede il mio dovere; e questo è vero. Dissi che dopo Novara pensai di farlo chiamare con patti, e garanzie: ed anco questo è vero.


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La vendetta paterna - Lettere inedite - Predica del venerdì santo
di Francesco Domenico Guerrazzi
Perino Editore Roma
1888 pagine 162

   





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